6 settembre
Promemoria n. 1 e promemoria n. 2. Sono due documenti di cui poco si è parlato1 e l’unica fonte primaria è il tenente colonnello Mario Torsiello2. A differenza dell’Ordine 111 C.T. e della Memoria 44op, emanati dallo Stato maggiore dell’esercito, questi due promemoria sono emanati dal Comando supremo, oggi, 6 settembre.
Promemoria n. 1; è diretto ai Capi di stato maggiore dell’esercito, della marina e dell’aeronautica e riguarda le forze operanti in Italia, Francia e Croazia.
Ordini all’esercito, a complemento della Memoria 44op: “Organizzare i rifornimenti, interrompere le comunicazioni telegrafoniche tedesche ricavate sulla rete nazionale, difendere le stazioni amplificatrici, le centrali e le stazioni radio nazionali, eliminare le batterie contraeree tedesche o il personale tedesco delle batterie inquadrate dalle forze delle due nazioni, far fuoco contro aerei tedeschi, impedire che i prigionieri anglo-americani cadano in mano dei tedeschi lasciandoli in libertà previo vettovagliamento, riunire i reparti italiani in Alto Adige per fronteggiare anche le ostilità della popolazione allogena, impedire energicamente la distruzione dei bacini idroelettrici”.
Ordini alla marina: “Catturare o affondare navi da guerra e mercantili tedesche, e avviare le navi nazionali nei porti della Sardegna, della Corsica e dell’Elba, oppure di Sebenico e Cattaro, e le navi mercantili nei porti a sud della congiungente Ancona-Livorno, di inutilizzare impianti e bacini, di porre in istato di difesa le basi marittime, in accordo con l’Esercito.
Ordini all’aeronautica: “Impadronirsi, in unione all’Esercito, degli aeroporti tedeschi e misti, con precedenza per quelli della Capitale; mantenere il saldo possesso degli aeroporti totalmente presidiati da italiani, e particolarmente di Cerveteri, Furbara, Centocelle, Guidonia, Littorio; avviare gli aerei da caccia sugli aeroporti della Capitale e quelli delle altre specialità in Sardegna; impedire che aerei efficienti italiani cadano in mano tedesca”.
Promemoria n. 2; è diretto ai Comandi Gruppo Armate Est e dell’Egeo, al Comando Superiore Grecia. È sempre Torsiello che scrive: “Ordini particolari per Erzegovina, Montenegro e Albania: ridurre la occupazione per garantire il possesso dei porti di Cattaro e Durazzo. Per la Grecia e l’isola di Creta: avvertire francamente i tedeschi che le truppe italiane non avrebbero preso le armi contro di loro se non fossero state soggette ad atti di violenza armata, e riunire al più presto le forze in prossimità dei porti. Per l’Egeo: contegno offensivo e disarmare le forze tedesche qualora fossero prevedibili da parte loro azioni di forza”.
Si fa vivo, oggi, anche lo Stato Maggiore dell’esercito. La sua Memoria 44op del 2 settembre ha dato agli alti Comandi in Italia, Francia e penisola balcanica le istruzioni da applicare, nell’eventualità dell’armistizio, contro possibili azioni tedesche. Nel documento ci si è tuttavia dimenticati dei rapporti con la Marina e con l’Aeronautica. Passano cinque giorni e finalmente arriva la Memoria 45op. Ce ne parla sempre il tenente colonnello Torsiello: la Memoria contiene l’ordine di prendere immediati contatti con i comandanti in posto della Marina e dell’Aeronautica per stabilire quale concorso l’Esercito avrebbe dovuto e potuto dare alle reazioni da compiersi dalle due altre forze armate”.
In particolare la Memoria, redatta nello stesso numero di esemplari della precedente Memoria 44op, prescrive:
– “a favore della Marina: concorso alla cattura di naviglio germanico; reazione in. caso di tentativi dei Tedeschi contro naviglio e basi italiane;
– “a favore dell’Aeronautica: concorso alla cattura di aerei e alla occupazione di campi di aviazione germanici; concorso alle operazioni contro reparti tedeschi presidianti impianti aeronautici”.
Quattro ufficiali dello Stato maggiore – dice Torsiello – partono all’alba del 6 settembre da Monterotondo: tre per via aerea ed uno (diretto al Comando gruppo armate sud e al Comando della 7a armata) in autovettura. “Fu seguita la medesima procedura” prosegue Torsiello; “i latori dovevano rientrare allo S. M. riportando l’ultima pagina della Memoria, munita del bollo e della firma dei comandanti destinatari. Questa Memoria giunse a destinazione agli enti più lontani la sera del 7 settembre”3.
Torsiello racconta anche un episodio curioso: “L’ufficiale inviato nell’Italia meridionale, un bravo tenente di complemento di artiglieria, del quale non si ricorda il nome, dopo aver recapitato la Memoria 45 op al Comando gruppo armate sud e al Comando 7a armata, nel viaggio di ritorno, il mattino dell’8 settembre, trovatosi con l’autovettura nella zona compresa tra Salerno e Napoli, incontrò improvvisamente una colonna tedesca, accorrente verso la zona di sbarco della 5a armata americana. L’ufficiale, conscio dei suoi doveri e della delicatezza della missione che gli era stata affidata, prese la decisione di ingoiare le ricevute della Memoria di cui era latore, riuscendo ad evitare che cadessero in mano dei Tedeschi. Fermato, trattenuto, perquisito e poi rilasciato, raggiunse Roma”.
1 Una sintesi delle disposizioni principali del promemoria n. 1 è in Arrigo Petacco, La seconda guerra mondiale, Curcio.
2 Sempre nel libro di Mario Torsiello, già citato, Settembre 1943.
3 Torsiello non parla dei modi e dei tempi di invio dei Promemoria 1 e 2 del Comando supremo. Non si sa, quindi, se i promemoria sono tutti arrivati a destinazione; ma se sono arrivati, sono arrivati tardi.