DAL 25 LUGLIO ALLA REPUBBLICA DI SALÒ
Il 1943 attraverso i notiziari dell’Agenzia Stefani
di Franco Arbitrio
Agosto
I fatti salienti del mese
L’Italia è stanca della guerra, il Fascismo è caduto, Mussolini è prigioniero sul Gran Sasso, da dove sarà liberato il 12 settembre da un commando tedesco guidato dal colonnello Otto Skorzeny. La guerra tuttavia continua, perché – come ha detto Badoglio nel suo proclama agli Italiani il 25 luglio – l’Italia “mantiene fede alla parola data, gelosa custode delle sue millenarie tradizioni”.
Badoglio il 2 agosto comincia a sondare discretamente la possibilità di arrivare ad un armistizio. Invia a Lisbona l’ex capo di gabinetto di Ciano, Blasco Lanza D’Ajeta per contatti con l’ambasciatore inglese in Portogallo e pochi giorni dopo un altro diplomatico, Alberto Berio, parte per Tangeri in Marocco per un’analoga missione. Il 3 agosto una delegazione del Comitato nazionale delle opposizioni, di cui fanno parte Giorgio Amendola, Ivanoe Bonomi, Alcide De Gasperi, Meuccio Ruini e Luigi Salvatorelli, chiede a Badoglio l’immediata cessazione della guerra, esprimendo preoccupazione per l’ingresso in Italia di truppe tedesche. Il 12 agosto Badoglio ritenta la carta dell’armistizio, inviando a Lisbona il generale Giuseppe Castellano, mentre il 15 a Bologna il generale Mario Roatta, capo di stato maggiore dell’Esercito, rassicura il feldmaresciallo Erwin Rommel sulla fedeltà dell’Italia. Il 19 Castellano si incontra a Lisbona nella sede dell’ambasciata inglese con il generale statunitense Walter Bedell Smith, latore del testo dell’armistizio redatto da Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate nel Mediterraneo. Il 27 Castellano torna a Roma, riferisce sull’andamento dei colloqui ed il 31 viene inviato in Sicilia, a Cassibile, nei pressi di Siracusa, dove il 3 settembre viene firmato l’armistizio.
Domenica 1 agosto
La Stefani trasmette:
“Il Conte Cavaliere Galeazzo Ciano ha rassegnato le dimissioni dalla carica di R. Ambasciatore presso la Santa Sede. Sua maestà il Re e Imperatore ha accettato tali dimissioni”.
“Le radio nemiche hanno diffuso in questi giorni, in più riprese e da varie fonti, notizie tendenziose miranti a turbare l’animo del popolo italiano, toccandole in quelle che sono le sue sacre tradizioni e il suo geloso patrimonio.
“Si è assistito così a una intensa ripresa della “guerra dei nervi”, impostata sulla costante asserzione di disordini rivoluzionari in ogni città italiana, di occupazione da parte delle truppe germaniche di centri importanti come Trieste, Pola, Fiume, di inizio di disarmo, sempre da parte tedesca, di reparti italiani in Grecia. Ieri, infine, l’agenzia Globe – Reuter rendeva nota l’invasione di intere regioni italiane, come quella di Udine, da parte di brigate partigiane slovene.
“Di fronte all’evidenza della manovra, avente lo scopo di disgregare la compagine della nazione, ogni smentita potrebbe sembrare superflua e rappresentare quasi un’offesa al buon senso della nostra gente: è bene però precisare, una volta per tutte, come queste voci e quelle simili che radio Londra propala, siano assolutamente prive di fondamento.
“Gli italiani sono e restano fedeli al loro Re; disciplinati agli ordini del loro Governo, stretti intorno alla loro bandiera, vessillo intangibile delle generazioni passate, presenti e future”.
Lunedì 2 agosto
Con decreto legge n. 704 è soppresso il Partito Nazionale Fascista (PNF) ed è altresì soppressa la denominazione “fascista” da enti, istituti ed aziende.
Sempre il 2 agosto il Consiglio d’amministrazione della Stefani si riunisce a Milano presso l’abitazione del consigliere Pietro Bottini in Via Mascheroni 17 a seguito di convocazione fatta dal consigliere avv. Giuseppe Campanelli sotto la presidenza del consigliere anziano Bottini.
Bottini rievoca la figura dello scomparso Presidente e direttore generale Manlio Morgagni. Viene quindi nominato Direttore amministrativo Valfredo Vallicelli anche in rapporto alle decisioni adottate dal Ministro della Cultura Popolare, conferendogli, inoltre, tutte le attribuzioni devolute dallo Statuto sociale all’Amministratore delegato.
Suster in una nota alle redazioni le invita a lavorare: “In questi giorni, sia pur comprensibilmente, i vostri servizi sono stati scarsi e deficienti. Ora che le comunicazioni hanno ripreso regolarmente e che siete orientati, bisogna riprendiate a lavorare con il massimo di tempestività e d’intelligenza. Evitando ogni inutile sciupio, procurate che non vi siano lacune nelle vostre informazioni tenendo presente che la guerra continua e che il Paese è più in piedi che mai”23.
Martedì 3 agosto
“San Marino – Gli avvenimenti italiani hanno subito avuto piena ripercussione nella repubblica. Un Consiglio di Stato provvisorio è succeduto al Consiglio Principe e Sovrano Fascista” 24.
Domenica 8 agosto
“La Gazzetta Ufficiale pubblica il Regio Decreto 4 agosto 1943, n. 714 col quale la dichiarazione dello stato di guerra è estesa a tutto il territorio dello Stato. Il decreto entra in vigore da domani” 25.
Mercoledì 11 agosto
“S.E. il Capo del Governo ha ordinato che – in analogia a quanto verrà attuato a mezzo della Commissione per l’accertamento del rapido accrescimento dei beni degli ex gerarchi – ogni ministro disponga rigorosi accertamenti nei riguardi degli eventuali indebiti arricchimenti da parte dei rispettivi funzionari in attività di servizio o a riposo, nonché da parte del personale degli enti comunque vigilati. S.E. il Capo del Governo ha disposto anche che siano eseguite precise indagini circa il cumulo degli incarichi retribuiti” 26.
Sabato 14 agosto
Il governo Badoglio diffonde il seguente comunicato su Roma “città aperta” rilanciato dalla Stefani:
“Il Governo italiano aveva notificato fino dal 31 luglio scorso, per il tramite della Santa Sede, la decisione presa di dichiarare Roma città aperta ed era in attesa di conoscere le circostanze nelle quali questa dichiarazione poteva essere accetta. Dato il succedersi delle offese aeree su Roma, centro della Cattolicità, il Governo italiano è venuto nella determinazione di procedere, senza attendere oltre, alla formale e pubblica dichiarazione di Roma città aperta e sta prendendo le necessarie misure a norma del diritto internazionale. In applicazione della formale e pubblica dichiarazione di Roma “città aperta” del 14 corr., il Governo italiano ha pregato la Santa Sede ed il Governo elvetico di voler notificare ai Governi di Londra e di Washington che esso ha adottato le seguenti misure e decisioni. Sono state messe fuori uso le opere di apprestamento difensivo della città di Roma e ordine è stato impartito alle batterie antiaeree di non aprire il fuoco ed alla caccia di non di non agire nel cielo di Roma.Oltre al trasferimento dei Comandi italiani e tedeschi di forze operanti, è in corso l’allontanamento delle truppe operanti rispettive, cosicché nella città rimarrà soltanto la guarnigione adibita al mantenimento dell’ordine pubblico. Il nodo ferroviario di Roma, per quanto riguarda i trasporti militari, non verrà più utilizzato per il deposito di treni militari, restando così ridotto, nel perimetro dell’Urbe, ad una semplice linea di transito. Sono inoltre in via di adozione le disposizioni per effettuare il trasferimento, fuori dei limiti dell’abitato, degli stabilimenti militari e delle fabbriche di armi e munizioni” 27.
Sabato 21 agosto
La Stefani, d’accordo col Ministero Stampa e Propaganda, dirama all’estero una nota in cui tra l’altro è detto: “Que nos adversaires nous montrent ce qu’ils sont en mesure de faire dans les domaines de l’intelligence politique, du sens de la mesure, de la liberté et de la justice en laissant de coté la prétendue supériorité des moyens industriels, financiers et mécaniques, qui n’ont jamais été décisifs dans les guerres pour resoudre autre chose que les batailles. Dans la phase historique actuelle l’Italie a une voie bien tracée et fixée par un système d’alliance, de solidarité et de collaboration militaire, auquel elle n’entend pas manquer…”
Lunedì 23 agosto
Suster emana il seguente “ordine di servizio”: “In caso di allarme aereo, nei limiti del possibile, sia le trasmissioni che le ricezioni debbono continuare, fermo restando che il personale è libero – se lo ritiene opportuno – di abbandonare il posto per recarsi al rifugio” 28.
La Stefani trasmette: “Nelle prime ore della notte del 20 corrente, aeroplani nemici hanno sorvolato la capitale gettando manifestini e razzi illuminanti allo scopo di prendere fotografie. La popolazione di Roma ha potuto constatare come in tale occasione non si sia avuta alcuna manifestazione di difesa contraerea, né alcun impiego di riflettori o intervento di caccia notturna.La cittadinanza si è resa conto che ciò faceva parte delle misure in corso d’attuazione per la realizzazione dei provvedimenti previsti dal comunicato del 14 agosto che dichiarava Roma città aperta”.
Martedì 24 Agosto
La Stefani trasmette: “Roma – In applicazione della formale e pubblica dichiarazione di Roma “ Città Aperta” del 14 corrente il governo italiano ha pregato la Santa Sede ed il governo elvetico di voler notificare al governo di Londra e di Washington che esso ha adottato le seguenti misure e decisioni. Sono state messe fuori uso le opere di apprestamento difensivo della città di Roma e ordine è stato impartito alle batteria antiaeree di non aprire il fuoco e alla caccia di non agire sul cielo di Roma.Oltre al trasferimento dei comandi italiani e tedeschi di forze operanti, è in corso l’allontanamento delle truppe operanti rispettive cosicché nella città rimarrà soltanto la guarnigione adibita al mantenimento dell’ordine pubblico. Il nodo ferroviario di Roma per quanto riguarda i trasporti militari, non verrà più utilizzato né operazioni di smistamento né per quelle di carico e di scarico, né per il deposito di treni militari restando così ridotto nel perimetro dell’Urbe ad una semplice linea di transito. Sono inoltre in via di adozione le disposizione per effettuare il trasferimento fuori dei limiti dell’abitato degli stabilimenti militari di fabbriche di armi e di munizioni”.
Mercoledì 25 agosto
La Stefani trasmette: “A seguito di accertamento di gravi irregolarità nella gestione di un ente parastatale, nel quale risultava implicato l’ex segretario del partito fascista Ettore Muti, l’Arma dei Carabinieri procedeva nella notte dal 23 al 24 corrente al fermo del Muti a Fregene. Mentre lo si conduceva alla caserma sono stati sparati dal bosco colpi di fucile contro la scorta. Nel momentaneo scompiglio egli si dava alla fuga, ma inseguito e ferito da colpi di moschetto tirati dai carabinieri, decedeva”.
Sabato 28 agosto
La Stefani trasmette: “Secondo informazioni risulta che con la nomina dei commissari e dei vice commissari delle varie Confederazioni e dopo le prese di contatto del ministro Piccardi e dei nuovi dirigenti con le masse lavoratrici, la vita sindacale italiana può dirsi avviata verso la naturale e spontanea ripresa, di cui gli eventi del 25 luglio hanno realizzato gli essenziali presupposti politici.
“Le particolari circostanze di indole generale e di carattere contingente, nelle quali la ripresa sindacale comincia a delinearsi impediscono evidentemente di individuare netti e ben definiti indirizzi di pensiero e di azione ed errerebbe profondamente chi, dalle posizioni ideologiche dei nuovi uomini, volesse desumere gli orientamenti del Governo o, per converso, scorgere il sopravvento di esse nella vita nazionale.
“La collaborazione che, nel presente momento, i nuovi dirigenti son chiamati a dare al Governo non comporta per contro alcun vincolo di tal natura, essendo essa destinata a svolgersi sul piano sindacale. Il nuovo Governo non può considerarsi legato ad alcuna delle correnti politiche che oggi affiorino nel paese, esso è e resta al di sopra delle varie e diverse tendenze che possano essere seguite; sia da parte di gruppi più o meno consistenti, sia da parte di singoli cui siano stati o vengano affidati posti di comando. Contro ogni possibile influenza o coartazione, il Governo mantiene integro il potere di confermare e plasmare la propria azione a seconda delle reali e superiori esigenze della collettività nazionale.
”L’attuale stato di cose trova la sua spiegazione logica e diciamo pure storica, nella situazione che è venuta a determinarsi nel settore sindacale in conseguenza del crollo del fascismo. Sono note d’altronde, le ardue difficoltà che il Governo deve affrontare e superare su questo terreno.
“Di fronte alla evidente necessità di assicurare la continuità dell’azione sindacale in rapporto alle presenti esigenze e alla impossibilità altrettanto palese di ripristinare immediatamente le forme elettive, il Governo si è preoccupato ad un tempo di evitare ogni deviazione autoritaria e di rispettare le effettive tendenze nazionali. In altre parole esso ha dovuto interpretare da se medesimo gli atteggiamenti della pubblica opinione mancando gli istituti e i congegni che nello Stato moderno sono appunto preordinati a garantire l’intimo contatto tra la vita nazionale e l’azione del Governo.
“Attraverso la diretta consultazione dei maggiori esponenti della produzione e del lavoro, mediante opportuni e ripetuti sondaggi delle aspirazioni delle categorie produttive, il Governo nella nomina dei dirigenti si è orientato verso la formula che è intesa a realizzare il miglior equilibrio tra le diverse correnti ed il migliore contemperamento di interessi. Ora si può e si deve a buon diritto, presumere che tale equilibrio lungi dall’indebolire rafforzi l’azione del Governo, giacché la vera forza dell’autorità statale nasce unicamente dalla maggioranza dei consensi.
“Se a chiunque il risultato ottenuto può apparire non perfetto o comunque non scevro di inconvenienti è d’uopo replicare che l’attuale momento non consentiva più idonei metodi di selezione e non offriva un miglior succedaneo dei normali istituti che nel prossimo domani dovranno riprendere vita.
“Il nostro mondo sindacale è oggi in un delicato stadio di transizione e l’intendimento precipuo del Governo è che questo stadio va superato nel miglio modo possibile e senza pericolose scosse. Ma soltanto con la rinascita delle libere istituzioni ed attraverso il libero gioco dei partiti politici la vita sindacale del Paese potrà essere restituita alle spontanee e feconde forme associative” 29.